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La Storia

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La Nostra Storia

La Guazzona è sempre stata considerato un bel podere. Fino alla fine del secolo scorso consisteva in una estensione di terreno coltivabile di poco superiore alle 50 biolche (la biolca parmense corrisponde a 3081 mq) e in alcuni immobili tuttora presenti : un’ampia abitazione , un rustico adibito a stalla, fienile e ricovero attrezzi e una piccola costruzione adibita a pollaio e porcilaia. Era apprezzata per la fertilità della terra (nel gergo comune della zona è definita terra buona) e per la buona struttura delle costruzioni. Sul suo conto giravano anche voci circondate da un alone di mistero: la più ricorrente riguardava passaggi segreti che collegavano la Guazzona a Villa Cappuccini o addirittura alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli.

Per chi ha abitato nelle vicinanze, la Guazzona rappresentava un oggetto del desiderio e, quando la proprietà è stata messa in vendita, motivazioni sentimentali ed emotive (in altri termini : la pancia che prevale sulla ragione) hanno fornito un contribuito determinante ad effettuare il grande passo di acquistare la Guazzona e ridarle nuovo lustro dopo un periodo di completo abbandono durato poco più di un decennio.

Durante la profonda ristrutturazione non sono state trovate tracce di cose segrete, ma si è potuto riscontrare una continua mutazione fatta di ampliamenti, di profondi cambiamenti, probabilmente dettati da mutate destinazioni d’uso, di passaggi di proprietà che ne hanno connotato il livello di manutenzione o di trascuratezza : sicuramente c’era una storia da scoprire. Sono così cominciate le ricerche per recuperare, nei limiti del possibile, le informazioni in grado di tracciare la vita della Guazzona .

Questa ricostruzione che si basa su documenti presenti nell’Archivio di Stato di Parma, nell’Archivio di Stato di Cremona e nell’archivio Notarile di Cremona nonché da informazioni recuperate da “La citta di Busseto, capitale un tempo dello Stato Pallavicino” Memorie Storiche di Emilio Seletti, rappresenta una semplice cronistoria dei passaggi di proprietà avvenuti nel corso dei secoli.

Sono rappresentati anche alcuni documenti dell’epoca che hanno il solo scopo di riportare l’immaginazione, attraverso il linguaggio usato e la rappresentazione delle mappe, a tempi remoti in cui la Guazzona già era presente.

Non siamo riusciti a recuperare la data di costruzione della Guazzona: il primo documento che fa riferimento all'edificio è una mappa risalente al 1528 quando  Busseto era parte dello Stato Pallavicino.
Risale al 29/3/1553 l'atto stilato dal notaio Tomaso Tribandi di Cremona in cui Gian Battista Guazzoni fu Alessandro, proprietario dell'appezzamento denominato Forno, divide la proprietà in Forno e Guazzona e stipula due contratti di affitto. La Guazzona viene affittata per quattro anni, rinnovabile in eterno, a Bartolomeo Cipelli  per far fronte ad un debito preesistente (l'operazione si presta ad un sospetto di finta vendita con lo scopo di non pagare tasse).
A novembre dello stesso anno (1553), sempre con atto del notaio Tribandi, Gian Battista Guazzoni vende a Bartolomeo Cipelli il podere Guazzona dotato di una casa più una masseria con fienile, portico e stalla.

E' del 1587 il passaggio di proprietà che vede la cessione della Guazzona da parte degli eredi di Bartolomeo Cipelli e dei Canonici di San Bartolomeo a Pietro Pettorelli fu Antonio.
Al tempo la Parrocchia di San Bartolomeo faceva parte della Diocesi di Cremona, motivo per cui gli atti venivano effettuati e registrati a Cremona.

Nel 1617 Pietro Pettorelli fu Antonio, quattro anni prima della sua morte, dona la proprietà ai Gesuiti.
1630: I Gesuiti utilizzano l'edificio come lazzaretto durante la peste.   


Negli anni successivi, fino al 1769, i Gesuiti ingrandiscono il possedimento e l'affittano (pare) per usi agricoli. In un documento del 1700 si legge che il fabbricato viene utilizzato come lavatoio/lavanderia (masseria).    

1769: il granduca di Parma, Piacenza e Guastalla Ferdinando Di Borbone confisca i beni della Compagnia di Gesù e l'esproprio delle terre apre la strada a provvedimenti di riformismo agrario iniziando dalla riassegnazione delle terre con contratti di enfiteusi.

Per il periodo che intercorre fra l'esproprio e il 1842 non vi sono documenti che indichino eventuali altri passaggi di proprietà.
Nel 1842, senza che sia stata rintracciata alcuna testimonianza che indichi la modalità di assegnazione, il podere Guazzona risulta di proprietà di Giovanni Bonaventura Porta che con testamento olografo lo lascia in eredità alla Contessa Sofia Bulgarini.

Quest'ultima nel 1852 vende la Guazzona ad Aronne e Mosè Sacerdoti e pochi anni dopo venderà anche una grande tenuta, denominata Piantadoro, a Giuseppe Verdi.
Alla morte di Sacerdoti Aronne nel 1878 gli eredi sono i fratelli Sacerdoti Gabriele e Vittoria. Con successivo atto divisionale Sacerdoti Gabriele diventa proprietario unico.
Nell'anno 1880 Sacerdoti Carolina fu Gabriele  vende a Clementi Filippo fu Luigi.


Nel 1924 Clementi Francesco fu Giovanni, negoziante di Cremona, (probabile ereditiere nella catena dinastica dei Clementi), vende, attraverso la rappresentanza di Bavagnoli Clelia in Viola e Viola Luigi a Bergamaschi Aniceto.
La proprietà passa per successione a Bergamaschi Gisella e Anita le quali nel 1954 vendono a Greci Gilberto.
Il successivo passaggio avviene nel 2006 quando Greci Gilberto vende all'immobiliare Domus 4 di Zani Alberto.

E siamo ai giorni nostri : nel 2013 La Guazzona viene acquistata da Passera Gildo e Borelli Rossana , i quali procedono con una completa ristrutturazione che va dal rifacimento del tetto, a interventi sulle strutture murarie , alla realizzazione di tutti gli impianti (elettrico, climatizzazione, fognario) fino alla completa sistemazione dell’area cortilizia.

Nei secoli, come già citato in apertura, la proprietà Guazzona ha subito molteplici cambiamenti sia per quanto riguarda la parte abitativa che la parte adibita a terreno agricolo. L’estensione del podere , è variata in diverse occasioni, lo provano gli atti notarili o i resoconti, presenti negli Archivi frequentati per la ricerca, in cui si menzionano aggiunte o cessioni di lotti di terra, in funzione delle necessità o opportunità che si presentavano tempo per tempo. L’abitazione è stata ampliata nel corso degli anni e le strutture accessorie sono state in parte rifatte nel 1964 in seguito ad un tornado che provocò seri danni alle abitazioni. Il terreno agricolo è stato “tagliato” dal passaggio della ferrovia dando luogo ad una frammentazione ed alla conseguente nascita di nuove proprietà. Nel periodo recente c’è stata un’ulteriore mutilazione a seguito di una lottizzazione che ha determinato il passaggio di una consistente fetta di terra, che costeggia la strada del Forno, a zona artigianale.

Per quanto riguarda invece l’unità abitativa le variazioni sono state numerose e, solo in parte, si possono immaginare gli assetti interni, le diverse disposizioni e le funzioni dei locali; con la ristrutturazione sono state conservate alcune tracce solo a titolo dimostrativo.